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Pur se nella forma attuale, il Carnevale di Foiano ha origini relativamente recenti (intorno agli anni Trenta del Novecento) a Foiano la tradizione di festeggiare il Carnevale ha origini molto antiche, tanto da essere documentata anche negli statuti comunali del 1539 che ricorda, tra le festività, 'il dì di Carnevale con uno di inanzi e uno di poi'.
All'inizio dell'Ottocento sono documentate scorribande per le vie del paese, sebbene la maggior parte delle feste carnevalesche dovevano svolgersi al chiuso sotto forma di veglie accompagnate dai 'cenci' di pasta frolla da consumare insieme al vinsanto. Per i più abbienti si trattava invece di partecipare ai veglioni che si tenevano all'interno del teatro Garibaldi.
Nella seconda metà dell'Ottocento il Carnevale esce all'aperto e coinvolge tutta la popolazione con le sfilate di carrozze dalle quali venivano gettati sulla folla mascherata granoturco, lupini, ceci ed arance e, successivamente, confetti e coriandoli. Il programma delle manifestazioni si accresce di anno in anno e all'inizio del XX° secolo si incontrano le prime figure di cartapesta: RE GIOCONDO, tuttora simbolo del Carnevale di Foiano, compare effigiato in forme gigantesche in una fotografia scattata nel 1913 che ritrae i corsi mascherati. Quell'anno fra i canti e i balli il Carnevale rappresentato dal fantoccio di Giocondo di paglia viene cremato e condotto alla sepoltura con tutti gli onori che merita. Viene anche data lettura del suo testamento, cui seguiva la mattina delle Ceneri la lettura di un altro testamento non ufficiale opera di un singolo molto arguto che dava notizia degli avvenimenti più arguti e sfrontati avvenuti durante l'anno. Al giorno d'oggi, con lo stesso spirito la folla si concentra la sera dell'ultimo corso per ascoltare il testamento.
L'avvento della prima guerra mondiale mette fine ai corsi carnevaleschi che vengono ripresi solo dopo il 1918 e nel 1925 'RE GIOCONDO' sfilò nuovamente lungo le vie del paese. In questi anni fanno la loro comparsa i 'carri matti': carri trainati da cavalli, successivamente, carri meccanici, sui quali persone mascherate intrattenevano una sorta di battaglia con la popolazione assiepata sulle terrazze e per strada a suon di lancio di granaglie e cereali. Ancora durante gli anni Venti fanno la loro comparsa i primi carri allegorici e nel 1926 viene realizzata la compagna di re Giocondo, la moglie 'SINFAROSA', ad opera del prof. Artidoro dell'Agnello.
A partire dagli anni Trenta del Novecento si cerca una nuova formula organizzativa per conferire al Carnevale di Foiano maggiore continuità nel tempo, sollevandolo dallo spontaneismo che l'aveva sino ad allora caratterizzato: nel 1931 si ricostituiscela Società del carnevale con lo scopo di seguire il corretto svolgimento delle sfilate e di lì a poco nascono i Cantieri. Nel 1933 vengono fondati il cantiere dei RUSTICI e quello degli AZZURRI, l'anno successivo quelli di BOMBOLO e dei PACIFICI, poi diventati NOTTAMBULI.
La caratteristica di questi gruppi, che si consolidano nel tempo, è di non avere riscontro con una eventuale ripartizione per quartieri privilegiando l'associazione libera di individui fondata su affinità civili e culturali che si cementano nel lavoro comune e nell'appartenenza a ceti economico-sociali affini. A queste iniziali caratteristiche, nella formazione dei cantieri, si aggiungono poi i legami di amicizia e parentela.
Ciascun cantiere progetta il proprio carro in primavera, dopodichè, in estate, comincia la costruzione a partire dalle teste principali. In autunno si lavora sia alla meccanica che alla plastica e da dicembre l'attività diventa incessante in ogni settore, compresa la pittura. Il lavoro - rigorosamente tenuto segreto - viene sottoposto alla prima esposizione ufficiale la mattina del primo corso durante la quale vengono aperti gli 'uscioni' e i carri fanno la loro prima comparsa nel piazzale antistante i cantieri. Nel primo pomeriggio i carri si spostano da Piazza Matteotti percorrendo il corso principale del paese in direzione del balcone della giuria, che ha il compito di decretare, attraverso un complesso sistema di scelta dei giurati e di attribuzione dei punteggi alla scelta del migliore trai quattro carri presenti. Da subito ci sono discussioni e osservazioni a non finire tra i cantieristi e tra tutti gli abitanti che si protraggono per giorni e giorni, alle quali si aggiungono indiscrezioni, depistaggi e quant'altro sino alla data fatidica del verdetto che viene letto tre settimane dopo.
La festa che si consuma ogni anno a Foiano trova con molta probabilità le proprie radici nei riti propiziatori medioevali. Cos'altro è infatti il rogo di Giocondo, il re del Carnevale che i Foianesi rappresentano come un fantoccio di cencio e paglia, se non un momento di collettiva purificazione. Prima che Giocondo venga bruciato nella piazza principale, la tradizione vuole che si faccia 'testamento', ovvero che si leggano davanti a tutti i fatti più o meno positivi accaduti durante l'anno da poco finito, e che si proceda ad un vero e proprio funerale, quello dell'inverno che sta per finire. Il pagliaccio di Foiano, infatti non è solo una maschera burlona da gettare fra le fiamme ma un simbolo arcaico attraverso il quale la cultura contadina inneggia alla rinascita, celebrando la scomparsa delle tenebre e del passato.
Lo statuto dell'Associazione: http://www.carnevaledifoiano.it/94-27/ITA/Statuto